Waterloo by Bernard Cornwell

Waterloo by Bernard Cornwell

autore:Bernard Cornwell [Cornwell, Bernard]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Historical Fiction
Amazon: B00WKJS6HS
editore: Longanesi
pubblicato: 2015-05-27T22:00:00+00:00


si spostò a sinistra, una mossa che strappò al generale Foy una risata sprezzante: «Ah! Agli Stivaloni non piacciono le cattive maniere!» Noi invece attendemmo le cannonate stando fermi e ci ritrovammo coperti di fango. Il terreno zuppo d’acqua sembrava un campo solcato dalle ruote di pesanti carri. Questa fu una fortuna per noi, dato che molti proiettili sprofondarono neutralizzandosi mentre rotolavano sul suolo fangoso.

Il cannoneggiamento sopra Hougoumont è la prova che la battaglia di Waterloo non fu una serie di episodi distinti, come gli atti di una rappresentazione teatrale. È stata spesso descritta in questo modo, con un primo atto – l’assalto a Hougoumont – e un secondo – l’attacco sferrato dalle truppe di d’Erlon – quando invece i due eventi si verificarono contemporaneamente. Mentre d’Erlon minacciava il fianco sinistro dello schieramento di Wellington, in quello destro, avvolto dal fumo dei moschetti, si combatteva e si moriva. Il duca doveva far fronte a queste emergenze. A causa del fumo vedeva ben poco e, per quanto riguardava Hougoumont, non scorgeva quasi nulla perché una collinetta gli impediva la vista del castello dal suo punto di comando sulla cresta. Palle piene e proiettili esplosivi lo sfioravano e il fragore era assordante, perché al boato dei cannoni e alle esplosioni delle granate dirompenti si mescolavano le urla dei feriti, il rullo dei tamburi dall’altura opposta e, su entrambi i rilievi, la musica delle bande dei reggimenti. Un ufficiale disse che l’aria «fluttuava» al passaggio delle granate e che era arroventata dai colpi di cannone, tanto che pareva di camminare in un forno. La grande dote del duca era rimanere calmo in mezzo al caos e distinguere ciò che era irrilevante per concentrarsi sull’essenziale. Sapendo che contro la sua ala sinistra stava per essere sferrato un massiccio attacco, si recò in quella parte della cresta per ispezionare le truppe che di lì a poco sarebbero state attaccate, ma lasciò che a occuparsi del pericolo incombente fosse il generale Picton, comandante di quell’ala. Wellington conosceva bene Picton e si fidava di lui, come anche di Macdonell, a cui aveva affidato il compito di proteggere Hougoumont. Con il suo cannocchiale scrutava la cima dell’altro rilievo, cercando di intuire le intenzioni di Napoleone, ma ogni tanto volgeva lo strumento a est.

E altrettanto faceva l’Empereur, perché entrambi i condottieri aspettavano i rinforzi. Wellington sapeva di aver bisogno delle truppe di Blücher, perché non si sarebbe mai fermato sulla bassa dorsale di Mont Saint-Jean se i prussiani non gli avessero promesso di correre in suo aiuto. Napoleone aspettava Grouchy con i suoi trentatremila uomini e novantasei cannoni che gli avrebbero dato una schiacciante superiorità numerica e gli avrebbero permesso di riportare una schiacciante vittoria sull’uomo impudentemente definito «il vincitore del conquistatore del mondo».

E in lontananza, a est, da dove dovevano arrivare i rinforzi per entrambi, si intravedevano già alcune truppe.



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